I droni in ambito di Emergenze e Soccorso

Sempre più spesso sentiamo parlare di come i droni stiano diventando parte integrante del sistema di soccorso e di come questi possano agevolare i soccorritori nel corso di emergenze in molte operazioni altrimenti rischiose.

Cosa sono i droni?

La parola “drone” non è altro che il nome comune, e forse improprio, per definire una speciale categoria di oggetti volanti: gli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR). Così come suggerisce la definizione, si tratta di dispositivi di varie dimensioni dotati di una gamma di sensori (telecamere, scanner, ecc) capaci di librarsi in volo senza necessità di un pilota a bordo, che rimane a terra utilizzando un radiocomando per dirigerne i movimenti.

Come possono essere impiegati i droni nell’ambito di Emergenze e Soccorso?

Gli ambiti nei quali l’ausilio del drone risulta utile nel corso di emergenze e soccorso posso essere:

  • Valutazione preventiva della sicurezza di una zona PRIMA dell’invio del personale
  • Monitoraggio di zone NON presidiate o comunque NON impegnate da personale a terra
  • Valutazione frane o smottamenti e calcolo di volumetrie mediante fotogrammetria
  • Creazione di mappe dettagliate di zone impervie o pericolose per il personale a terra
  • Ricerca dispersi in zone impervie o pericolose NON impegnate da personale a terra mediante termografia

L’uso del drone permette di ottimizzare quindi l’utilizzo del personale e minimizzare i rischi grazie alle valutazioni preventive.

È stata evidenziata l’assenza del personale a terra durante le operazioni di volo in quanto per nessun motivo è consentito il sorvolo di persone se non strettamente necessario. Ciò vuol dire che il drone può attraversare zone nelle quali è presente personale che è stato formato e informato dall’operatore, ma non può compiere la sua missione “sulla testa” del personale impegnato a fare altro.

Occorre, però, fare un passo indietro per cercare di collocare questa attività nell’ambito delle normative ENAC.

ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile), su indicazione dell’ICAO (organismo delle Nazioni Unite che emana regolamenti in ambito aereonautico validi nel mondo), colloca i droni utilizzati in ambito professionale (in ciò rientrano anche le operazioni di protezione civile) nella famiglia degli aeromobili, quindi soggetti alle leggi della navigazione aerea.

Ciò significa che per nessuna ragione è consentito operare senza le dovute autorizzazioni. Inoltre, nessun soggetto che sia esso prefetto, magistrato, forze dell’ordine può autorizzare ad operare in deroga da questi regolamenti. Gli unici autorizzati sono gli aeromobili di stato o militari o comunque mezzi che su decreto urgente del Ministero dei Trasporti o del Dipartimento di Protezione civile vengono comparati ad aeromobili di stato per il tempo necessario allo svolgimento della missione. Operare in deroga, però, comporta dei rischi il primo fra tutti la copertura assicurativa che non è più valida.

Quindi come è possibile operare in situazioni di emergenza?
E’ possibile seguendo i regolamenti ENAC e senza necessità di deroghe. ENAC nella NI/2017/007 ha specificato alcuni scenari “standard” entro i quali gli operatori autorizzati possono svolgere le missioni richieste. Sta quindi all’operatore pianificare opportunamente la missione per rimanere nel confine dello scenario standard.

Aiutiamoci con un esempio pratico per poter spiegare meglio come è possibile svolgere le missioni in sicurezza.

Supponiamo che in seguito ad una frana occorra valutare il materiale da rimuovere ed eventualmente identificare ulteriori rischi.

In questo caso l’ufficio comunale di Protezione Civile o qualsiasi altro ente interessato incarica un operatore riconosciuto ENAC di effettuare una ricognizione aerea, una ricostruzione 3D della zona ed altre valutazioni. Il pilota e l’operatore arrivati sul luogo provvedono a circoscrivere la zona volo (in realtà hanno già provveduto le autorità intervenute) e, mentre il pilota prepara l’aeromobile, l’operatore informa il personale presente delle procedure di sicurezza da tenere, chiede di liberare la zona sottostante l’area di volo per il tempo necessario allo svolgimento della missione, si informa dell’eventuale istituzione di una “zona rossa” da parte dei vigili del fuoco e, in caso di ATZ (area vicina agli aeroporti) si informa tramite ENAV dell’esistenza di eventuali restrizioni al volo. Al termine di tutti i passaggi può iniziare la sua missione.

Ad un primo sguardo tutta la procedura sembra lunga e complessa, ma, essendo eseguita da pilota e operatore, è irrilevante per l’organizzazione che richiede l’intervento.

È per questo che è importante affidare sempre questo incarico a piloti e operatori autorizzati da ENAC poiché l’inosservanza dei regolamenti comporta sanzioni pesanti sia per chi svolge la missione che per chi la commissiona oltre ai rischi connessi alla violazione delle norme di sicurezza previste.

PAGeS, in quanto operatore autorizzato ENAC può svolgere qualsiasi tipo di missione, anche in emergenza, per fornire un supporto al personale impiegato a terra.